Oggi ho ricevuto una notizia terribile. Una ragazza di soli 18 anni ha deciso di lasciare questo mondo lanciandosi nel vuoto. Frequentava la stessa scuola di mio figlio e abitava a qualche chilometro da casa mia. E’ la terza persona nel giro di poche settimane e la nostra piccola comunità marchigiana si trova a piangere un’altra vittima innocente.

Il vero problema però è un altro: tutti noi ci limitiamo a piangere e mai a capire. Si fanno le condoglianze alla famiglia e poi ci si gira dall’altra parte, come se il semplice compatire quelle vite spezzate bastasse a lavare le nostre coscienze. Ormai siamo abituati a farlo, quello che non ci tocca da vicino ci lascia indifferenti.

Ci sono molte persone fragili nel mondo e ci sono sempre state, purtroppo: uomini e donne che, di fronte alle difficoltà, non riescono a trovare la forza di cadere, combattere e risorgere, uomini e donne che hanno chiesto aiuto e che non sono state ascoltati, o che hanno scelto di non chiedere aiuto a nessuno, perché avevano capito che quella mano tesa non ci sarebbe stata.

Per quale motivo una ragazza all’ultimo anno di liceo, prossima al diploma, decide di farla finita, mentre i suoi coetanei, eccitati per l’imminente arrivo dell’estate, pensano alle vacanze, al divertimento e agli amici, buttandosi finalmente alle spalle il periodo più buio che abbiano mai sperimentato? Non sarà che forse alle spalle non possono buttarsi proprio niente e che la serenità di oggi è solo effimera e temporanea? Chi sono i veri responsabili di questa morte? E’ solo e soltanto una scelta personale, causata dalla debolezza dell’essere umano in questione oppure si tratta di un reato commesso in concorso di colpa?

Ho scritto reato, poiché di un reato si tratta, a mio avviso. Un crimine perpetrato ai danni di un’intera popolazione per due anni e mezzo, senza esclusione di colpi, senza rimorsi, senza nessuna remora e senza alcun senso di colpa. Un reato che continua a perpetrarsi, con una smania e una crudeltà che mai avrei pensato di vedere e di sentire da parte di così tante persone “autorevoli”. Un delitto che ha come vittime sacrificali proprio le anime più fragili e indifese.

La progressione sconcertante di convinzioni irrazionali è significativa della reazione contro un mal di vivere dilagante: dietro al successo dell’astrologia, della preveggenza, delle sette, degli integralismi, si ritrova negli adepti la volontà di alienare volontariamente una libertà troppo pesante da sostenere, generatrice di angoscia, aggrappandosi a un credo semplicistico, deterministico, che consente di attribuire tutti gli avvenimenti a una potenza esterna.

Georges Minois, Storia del mal di vivere, 2003

Quanto è vera questa riflessione! La medicina è diventata astrologia, la scienza preveggenza e la comunicazione isterica dei media ha dato vita a vere e proprie sette di invasati, pronti ad imbracciare fucili, non solo figurati, contro chiunque non si allinei alla narrazione dominante.

Homo homini lupus diceva Hobbes e noi oggi assistiamo ad un Leviatano tecno-sanitario che farebbe impallidire lui e tutti i suoi colleghi.

Il concetto di libertà è non solo alienato, ma completamente stravolto. Il nuovo credo risponde esclusivamente a dinamiche non umane ma trans-umane, quasi diaboliche. E gli avvenimenti vengono creati dal nulla, inventati, manipolati e raccontati con sadismo e partigianeria.

https://www.ilsole24ore.com/art/osservatorio-dell-adolescenza-preoccupano-dati-salute-mentale-ragazzi-AE9VRXo?refresh_ce=1

Era l’8 Ottobre 2021 e già i dati parlavano chiaro: la salute mentale dei giovani è stata fortemente compromessa dalle politiche governative di contrasto alla pandemia e un adolescente su quattro era a rischio di depressione, atti di autolesionismo e suicidio. Mentre la società civile fatta di insegnanti, educatori, amministratori, medici e sacerdoti si preoccupavano soltanto di rispettare protocolli imposti dall’alto per paura del contagio o per non incorrere in “sanzioni amministrative”.

Adesso ci danno il “bonus psicologico” vendendolo come la panacea di tutti i mali , mentre giornali e TV stanno già scaldando i motori per nuovi virus e nuove pandemie, in un contesto di paventata guerra nucleare e carestie mai sperimentate prima.

Non esiste più né morale né etica. Non ci si ferma nemmeno di fronte a tragedie umane come quella di questa ragazza e di tutti i ragazzi che con lei condividono gli stessi dolori e le stesse sofferenze interiori. Non sappiamo più cosa siano l’empatia, la comprensione, la solidarietà, la dignità umana e nemmeno il semplice buon senso.

In questo “gioco” al massacro non ci sono vincitori, è lo Squid Game che dallo schermo è passato nel mondo reale e a costruire le regole di questo gioco io vedo tanti responsabili: i governi, le autorità sanitarie, l’informazione e la comunicazione, la magistratura, le forze di pubblica sicurezza, la scuola. Entità diverse e variegate, ma accomunate dal loro essere istituzioni delle Stato e responsabili, sulla carta, del benessere dei cittadini che in loro si dovrebbero riconoscere.

Propongo di non usare più il concetto di Stato, ma quello di Nazione: se lo Stato si è trasformato in un’entità burocratica priva di ogni legittimazione, inutile continuare a sperare che qualcosa cambi. Lo Nazione siamo noi, i cittadini come espressione dell’identità popolare, fatta di principi, valori, sentimenti, usi e costumi che nessuno mai potrà sintetizzare attraverso algoritmi o procedure standardizzate.

Siamo noi a dover cambiare per primi e a dover comprendere che il nemico non è accanto a noi, ma in una sfera altra da noi. Una sfera composta da un’elite di criminali affetti da delirio di onnipotenza e da una presunzione tale da volersi sostituire a Dio.

E’ l’uomo e il suo essere animale sociale ad avere la parte del protagonista in questa grande commedia che è la vita, non il Metaverso, i microchip sottocutanei o i vari QR codes. Non siamo merci da vendere al miglior offerente, ma anime in cerca di altre anime, con cui condividere emozioni, sogni e speranze.

Aspetto con impazienza il momento del risveglio collettivo, ma anche il tempo della resa dei conti, quando i fautori di tutta questa follia dovranno finalmente essere condannati per le loro colpe. L’amore è l’unica arma che abbiamo per ricacciare l’odio e l’indifferenza nell’inferno da dove sono venuti, ma ricordiamoci che ogni perdono passa sempre da un atto di confessione e da un’adeguata punizione.

Non dimentichiamo. Per questa ragazza e per tutti i nostri giovani.

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